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giovedì, 25 Aprile, 2024
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Vittoria Mosca, il fiero sapore del tartufo abruzzese

La forza e il gusto di un laboratorio gastronomico tutto da scoprire nel paese incontaminato di Borrello, nell’Abruzzo montano

In occasione del Majella Educational Tour abbiamo conosciuto la vivace eloquenza di Vittoria Mosca. Si fa presto ad essere travolti dalla sua energia e dalla sua sincera passione. Donna, madre, imprenditrice, Vittoria è proprietaria dal 2010 della Rio Verde Tartufi, azienda artigianale a carattere famigliare avviata nei primi anni ’90 con lo scopo di valorizzare il tartufo abruzzese.
Tesori d’Italia ha scelto Vittoria Mosca quale Personaggio del Mese per la passione, la costanza, la capacità di concentrare sul proprio territorio la forza delle sue azioni e veicolarne i risultati anche in ambito sociale e culturale. Un aspetto delicato e importante su cui il nostro Magazine è pronto a lavorare.
Vittoria, quando nasce la tua passione per i tartufi?
Questo territorio, in cui sono nata e cresciuta, è particolarmente vocato alla produzione di tartufi neri e bianchi pregiati, grazie alla presenza di aree boschive dove prevalgono faggeti e pioppeti. L’attività preferita da me e mio marito, quando eravamo ragazzi, era quella di andare a Tartufi (con la “t” maiuscola!). Si può dire che questa passione è sempre esistita nella mia famiglia, in quella di origine e in quella che avrei costruito in seguito con lui.

Ti definisci “produnauta”. Cosa vuol dire esattamente?
Questa parola, che ho coniato io stessa, nasce dalla necessità di definire i miei prodotti, o meglio, dalla necessità di definire il viaggio che le persone fanno attraverso i miei prodotti. Un viaggio che parte dalle campagne incontaminate di Borrello, questo piccolo paese d’Abruzzo al confine con il Molise.

Cosa vuol dire rappresentare un prodotto abruzzese?
Rappresentare il Tartufo in Abruzzo è per me motivo di orgoglio perché, sebbene negli anni il consumo e la conoscenza di questo prodotto stia cambiando, il tartufo abruzzese non ha ancora un’identità forte. Significa far conoscere un territorio e valorizzare un prodotto spesso conosciuto più fuori Regione che dentro.

Quali sono le maggiori difficoltà che si incontrano?
In una zona che dista circa cinquanta chilometri dai più grandi centri abitati, il coraggio di non abbandonare i propri territori ma di crearsi opportunità di vita è fondamentale. Tante volte mi sento straniera in Abruzzo, forse perché vivo in un luogo di confine tra due regioni e tre province ma mi sento abruzzese nella caparbietà, nella solidarietà e nel coraggio. Le difficoltà per chi come me fa un prodotto alimentare territoriale sono enormi: dalla disinformazione sui regolamenti normativi alle difficoltà di logistica. È inoltre difficile far conoscere un prodotto abruzzese in luoghi dove il tartufo è già diventato un brand.

Rio Verde Tartufi ha intrapreso anche un impegno per il sociale, aiutando l’Onlus RicoClaun di Vasto. Come nasce questa idea?
Ho sempre pensato, nei momenti di difficoltà nella vita come nell’attività lavorativa, alle persone meno fortunate. I momenti bui fanno parte della nostra esistenza, essere solidali scalda l’anima e fa sentire migliori. Rio Verde Tartufi è un mondo fatto di persone, intrecci e anche solidarietà. Dal 2015 sosteniamo l’Associazione di volontariato Onlus RicoClaun di Vasto attraverso la vendita di una salsa al Tartufo nero creata in edizione limitata e a favore dell’associazione: con l’acquisto di questo prodotto si sostengono i progetti di clown-terapia negli ospedali e case famiglia.

Come nasce il progetto Abruzzo itinerante e in cosa consiste?
Sono social media manager della mia azienda e anche di me stessa, mi piace definirmi “globalmente radicalizzata” poiché ho possibilità, attraverso internet, di confrontarmi anche con realtà molto diverse dalla mia. La mia grande curiosità verso l’arte mi ha portata all’incontro con l’acquerellista Marina Cremonini, insieme a cui ho realizzato il progetto Abruzzo itinerante, un originale taccuino di viaggio nei luoghi legati alla storia dell’azienda e non solo, dall’intento poetico e magico: valorizzare un territorio attraverso l’emozione di un’artista che disegna dal vero ciò che vede davanti ai propri occhi.
I tuoi progetti futuri? Sogno nel cassetto?
I progetti futuri sono molti. Il mio sogno non è tanto vendere il mio prodotto all’estero quanto attirare personaggi dal mondo a degustarlo in loco: l’emozione non va sradicalizzata ma valorizzata. Tra i progetti a me più cari vi è l’Associazione di Donne del Tartufo, che sarà attiva a partire da quest’anno con l’obiettivo di promuovere questo prodotto attraverso la sensibilità femminile. L’obiettivo che accomuna i progetti è uno: tessere una rete di persone che abbiano le stesse visioni di vita territoriale, se necessario senza aspettare l’intervento delle istituzioni.

Un tuo messaggio per gli abruzzesi
Dedicato agli abruzzesi e agli italiani: a voi – e a me – auguro sempre di non dimenticare le proprie radici!

di Roberta Odoardi ed Elena Trombetta

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Foto: Rio Verde Tartufi

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